sabato 23 novembre 2013

Una borsa riciclata...


Cosa farne di uno zainetto consumato che non viene più usato e che giace da troppo tempo nell'armadio?
Ma un cuscino, naturalmente
ecco come





Per prima cosa ho ritagliato la parte operata dello zainetto che volevo riutilizzare


poi ho tagliato il retro e per fare questo ho usato del tessuto jeans che avevo:



ho tagliato una volta e mezza la quantità che mi occorreva e poi ho diviso il retro in due facendo un piccolo orlo solo da un lato dei due pannelli



A questo punto ho sovrapposto sul dritto del cuscino, i due pannelli bordati che rappresentano il retro del mio cuscino



Ho passato a macchina lungo tutto il perimetro, ho spuntato le punte prima di rivoltare il lavoro... ed ecco il lavoro finito!



Sono sicura che lo zaino non rimpiangerà di non essere più tale, e sarà soddisfatto della sua nuova destinazione



domenica 17 novembre 2013

Calendario dell'Avvento

Era da diverso tempo che volevo cucire un calendario dell'Avvento diverso dai soliti. Basta tagliare taschine ed attaccarle su pannelli già pronti...
Non che siano brutti, ma con questo mi sono divertita di più, e poi è unico.

domenica 15 settembre 2013

Patchwork Made in Lazio

Bomarzo, incantevole paesino della Tuscia, si vestirà a festa con piccoli quilt appesi alle finestre delle case del borgo e che faranno da cornice alla 1^ mostra Patchwork Made in Lazio.
Per un fine settimana di inizio autunno, a palazzo Orsini, saranno esposti i lavori delle socie Quilt Italia Lazio. In tale circostanza sarà ospitata la regione Abruzzo.
Non perdete questa occasione per una gita tra paesaggi rilassanti e pieni di verde e di quiete.

sabato 27 aprile 2013

9º Quilting Day Lazio

Il 19 Maggio ci inconteremo per il 9° Quiltin Day del Lazio presso "La Casa Dell'Aviatore"
via dell'Università  20 Roma

 
Per info costi e corsi contattare i numeri di telefono o inviare mail a quiltlazio@hotmail.it
Vi aspettiamo numerose per trascorrere insieme una splendida giornata tra amiche, stoffe, aghi, fili, e soprattutto tra tanto sfrido che verrà utilizzato per creare opere uniche.

mercoledì 13 febbraio 2013

IL PATCHWORK E LA MASCHERA DI ARLECCHINO

 

IL PATCHWORK E LA MASCHERA DI ARLECCHINO

 

Il carnevale è ormai finito e, malgrado febbraio non sia ancora a metà, stiamo entrando nel periodo della quaresima... preludio di tempo di primavera e di giornate tiepide e più lunghe. Speriamo solo che il signor tempo atmosferico sia d'accordo con le aspettative dei terrestri e non ci si rivolti contro con qualche altra nevicata come sta facendo in questi giorni.
Ma torniamo al carnevale ed in particolar modo alla maschera di Arlecchino.
Quando ero bambina e frequentavo le classi elementari, nei giorni di giovedì e martedì grasso la maestra ci dava il permesso di andare a scuola mascherati. Ed in quel periodo nel "libro di lettura" ma non dal "sussidiario" (chissà se questi libri vengono chiamati ancora così, viste tutte le riforme e modifiche che sono state apportate alla scuola in questi annni) c'era un racconto che mi è rimasto nella memoria e più o meno diceva così.
"C'era una volta una maestra che durante il periodo di carnevale avrebbe permesso ai suoi alunni di andare a scuola mascherati. Tutti i bambini erano entusiasti, e cominciarono a farsi cucire costumi bellissimi dalle proprie madri, tranne uno, Arlecchino, che era talmente povero da non potersi permettere la stoffa per il vestito. Allora i bambini, per non farlo sentire solo e discriminato, decisero di regalargli ciascuno un pezzetto di tessuto avanzato dalle loro maschere... chissà se la sua mamma sarebbe riuscita a ricavarne qualche cosa.
Arlecchino portò a casa tutti quegli avanzi che sua mamma cucì insieme per tutta la notte dando vita ad un costume bellissimo pieno di colori e di rombi tanto che la maschera di Arlecchino fu premiata come la più bella di carnevale."
Tutto questo racconto per dirvi due cose fondamentali: la mamma di arlecchino (senza che lei lo sapesse) era una quilter, infatti senza lo spirito del patchwork, della toppa in senso artistico, e dell'uso del colore... non ne avrebbe fatto nulla di tutti quei pezzetti di stoffa, e la seconda cosa, non meno importante della prima è che l'avanzo delle altre maschere come altro vogliamo chiamarlo se non "sfrido"???
Quindi tutto torna alla mia teoria: il patchwork senza lo sfrido, non sarebba mai nato.
Chissà, forse la mia giovane mente di bimba è stata folgorata da quel racconto di tanti anni fa o forse era solo destino: quello di incontrare il patchwork e di vivere senza poter fare a meno di stoffe e avanzi! 
Buon lavoro...      

venerdì 4 gennaio 2013

Chi lavora con le mani è un operaio
Chi lavora con le mani e la testa è un artigiano 
Chi lavora con le mani, la testa e il cuore è un artista
                                                                                                    San Francesco d'Assisi