mercoledì 13 febbraio 2013

IL PATCHWORK E LA MASCHERA DI ARLECCHINO

 

IL PATCHWORK E LA MASCHERA DI ARLECCHINO

 

Il carnevale è ormai finito e, malgrado febbraio non sia ancora a metà, stiamo entrando nel periodo della quaresima... preludio di tempo di primavera e di giornate tiepide e più lunghe. Speriamo solo che il signor tempo atmosferico sia d'accordo con le aspettative dei terrestri e non ci si rivolti contro con qualche altra nevicata come sta facendo in questi giorni.
Ma torniamo al carnevale ed in particolar modo alla maschera di Arlecchino.
Quando ero bambina e frequentavo le classi elementari, nei giorni di giovedì e martedì grasso la maestra ci dava il permesso di andare a scuola mascherati. Ed in quel periodo nel "libro di lettura" ma non dal "sussidiario" (chissà se questi libri vengono chiamati ancora così, viste tutte le riforme e modifiche che sono state apportate alla scuola in questi annni) c'era un racconto che mi è rimasto nella memoria e più o meno diceva così.
"C'era una volta una maestra che durante il periodo di carnevale avrebbe permesso ai suoi alunni di andare a scuola mascherati. Tutti i bambini erano entusiasti, e cominciarono a farsi cucire costumi bellissimi dalle proprie madri, tranne uno, Arlecchino, che era talmente povero da non potersi permettere la stoffa per il vestito. Allora i bambini, per non farlo sentire solo e discriminato, decisero di regalargli ciascuno un pezzetto di tessuto avanzato dalle loro maschere... chissà se la sua mamma sarebbe riuscita a ricavarne qualche cosa.
Arlecchino portò a casa tutti quegli avanzi che sua mamma cucì insieme per tutta la notte dando vita ad un costume bellissimo pieno di colori e di rombi tanto che la maschera di Arlecchino fu premiata come la più bella di carnevale."
Tutto questo racconto per dirvi due cose fondamentali: la mamma di arlecchino (senza che lei lo sapesse) era una quilter, infatti senza lo spirito del patchwork, della toppa in senso artistico, e dell'uso del colore... non ne avrebbe fatto nulla di tutti quei pezzetti di stoffa, e la seconda cosa, non meno importante della prima è che l'avanzo delle altre maschere come altro vogliamo chiamarlo se non "sfrido"???
Quindi tutto torna alla mia teoria: il patchwork senza lo sfrido, non sarebba mai nato.
Chissà, forse la mia giovane mente di bimba è stata folgorata da quel racconto di tanti anni fa o forse era solo destino: quello di incontrare il patchwork e di vivere senza poter fare a meno di stoffe e avanzi! 
Buon lavoro...      

4 commenti:

  1. Sai che non conoscevo questa parola? Mi hai insegnato una cosa nuova per me. Grazie. Carino l'accostamento con Arlecchino!

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  2. Che bel racconto! Molto dolce! cocchi

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  3. Buongiorno carissima delegata!
    Solo stamattina siamo venute a conoscenza della tua elezione, attendiamo che tu mantenga tutte le promesse che ci hai fatto in campagna elettorale!!!! C'era un pranzo promesso...... necessita colloquio faccia a faccia.
    Un bacio grosso e buon lavoro.

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    1. Ciao ragazze, è vero sono delegata regionale insieme a Brunella, ed abbiamo già cominciato a lavorare... c'è parecchio da organizzare e da fare. Per la promessa fatta (io ricordo di aver parlato di una pizza, ma se proprio volete il pranzo va bene lo stesso) non dovete far altro che dirmi il giorno, l'ora e il dove e sarò strafelice di rivedervi. A presto.
      PS: ho usato la squadra ed è M E R A V I G L I O S A... brave

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